In ogni complesso templare esisteva una scuola o "Casa della vita", che poteva considerarsi una specie di università. Era propriamente un archivio del tempio, dove si copiavano, per poterli tramandare e studiare, testi religiosi e didattici, composizioni narrative e autobiografiche, trattati scientifici, testi di astronomia e di magia. Poteva quindi considerarsi una specie di università, in cui le osservazioni fatte nel corso dei secoli e le informazioni raccolte da molti studiosi venivano elaborate e utilizzate per nuove indagini. Ma che cosa poteva imparare nella scuola del tempio uno studente di medicina, un astronomo in erba o un giovane letterato che aspirasse a farsi strada coi suoi scritti? Le conoscenze in campo medico erano molto avanzate come dimostra il Papiro di Ebers; meno avvantaggiati erano gli studenti che volevano dedicarsi allo studio dell’astronomia, perché in questo campo gli egizi non riuscirono mai a eguagliare i loro vicini sumeri e babilonesi, con i quali però, durante il Nuovo Regno, dovevano essersi probabilmente scambiati studi e informazioni. Per quanto riguarda la letteratura, nelle scuole si usavano i testi "sapienziali", una serie di massime o insegnamenti tramandati fin dalle epoche più antiche, ma la vera letteratura, quella per così dire impegnata, fiorì nel Medio Regno. Nel Nuovo Regno apparve invece una letteratura che oggi definiremmo "di evasione": storie umoristiche e grottesche, cronache di guerra, che non potevano mancare in un impero tutto spinto alla conquista, liriche d’amore che trovano il terreno più fertile in epoca di abbondanza e di ordine sociale.